Qualcuno, fra i nostri lettori, commentando come si mangiava al mare vent’anni fa (ma io ho ricordi precisi risalenti a un ventennio ancora precedente!), ha evocato la frittata di maccheroni. Una citazione che ha provocato il plauso di partenopei e dintorni e una severa disapprovazione dei più morigerati fra i villeggianti, quelli venuti su a focaccia e gelatino.
Inutile dire che io mi sono sentita subito affine ai primi. E siccome nessuno ha approfondito, fornendo consigli e trucchi per la ricetta ideale, eccomi qui, a mettervi in guardia su errori e leggerezze da non commettere nella preparazione di questa goduria.


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1. Aspettare di avere un piatto di pasta avanzato.
Certo, lo spaghetto al pomodoro rimasto dalla sera prima, perché vostro figlio non si è presentato a cena, è un punto di partenza sempre perfetto. Nulla vi vieta, tuttavia, di cucinare a bella posta una porzione abbondante di pasta: 120, 130 grammi, cotti e conditi a piacere (burro e grana, sugo basic o alle verdure, eccetera), saranno sufficienti, con le uova e il resto, a preparare una bella frittatona per 4 persone.
Nessun limite sui formati, lunghi o corti, né sul tipo di pasta, di semola o all’uovo, né tantomeno sui condimenti: incuranti del colesterolo, provate a fare una frittata di carbonara, poi mi direte.
2. Avere paura delle uova.
Appunto. Se frittata deve essere, frittata sia. Tenendo come riferimento la quantità di pasta di cui al punto precedente, le uova dovranno essere almeno 4 o 5. Sbattute con abbondanza di grana (o, perché no, pecorino), poco sale, pepe generoso, poi mescolate alla pasta fredda. È concesso, a mio parere, tagliare leggermente spaghetti, vermicelli e simili.
Perché la frittata, secondo bon ton, si mangia con la sola forchetta (in spiaggia, direttamente a morsi), e lo spaghetto lungo al suo interno potrebbe creare qualche difficoltà.
3. Sottovalutare l’importanza di un ripieno.
Dopo aver scaldato una padella antiaderente, appena unta con un velo d’olio, versate una parte del vostro composto di pasta e uova, compattatelo bene e coprite la superficie con quel che vi suggerisce la fantasia (o i rimasugli sul fondo del frigo): fettine sottili di mozzarella, caciocavallo, provola, scamorza, e poi prosciutto cotto o mortadella (sì, persino salame!), basilico o prezzemolo.
L’aggiunta renderà indubbiamente felici voi e i vostri commensali.
4. Non aver tenuto da parte abbastanza pasta per la copertura.
Errore piuttosto comune, quando si prevede il ripieno, è quello di non dosare bene le due parti di composto. Se la copertura non è sufficiente e uniforme, al momento di girare la frittata la parte filante (mozzarella o quel che è) scapperà fuori da sotto e, a contatto con il fondo della padella, diventerà dura e gommosa, difficile da tagliare e addentare.
Se, comunque, vi rendete conto che la quantità di pasta tenuta da parte non vi basta, sbattete velocemente un altro uovo e versatelo sui punti rimasti scoperti.
Io la frittata la faccio andare con il coperchio, per far rassodare velocemente la superficie (se non cola, è più facile girarla), a fiamma piuttosto bassa, perché cuocia all’interno senza bruciare fuori: questa, che era alta un paio di dita, sarà stata sul fuoco circa 7-8 minuti da un lato, 5 dall’altro.
5. Disdegnare di mangiarla fredda.
Siamo partiti dal pranzo sotto l’ombrellone, ricordate? La frittata di pasta gustata fredda è buona, anzi, ottima, pure se l’avete preparata con un giorno di anticipo, e guai a chi dice il contrario.
Certo, è deliziosa anche appena sformata, ancora fumante, oppure lasciata intiepidire per un po’. Credo che l’unica cosa che la guasti (come molti cibi, del resto) sia il freddo di frigo, questo sì da evitare.
6. Snobbare le quantità minime.
Siete soliti gettare senza riguardi nell’umido l’ultima forchettata sul fondo della ciotola o la metà della metà del piatto che non avete finito? Sbagliato!
Prendete un piccolo coppa pasta, mettetelo nella padella, pressatevi una mini porzione di pasta tagliuzzata e mescolata con un bel po’ di grana, cospargete con altro grana, sfilate il coppa pasta e proseguite fino a esaurire il vostro avanzino.
Cuocete pochi minuti per lato, a doratura, per cialdine croccanti da farcire a piacere. Un riciclo intelligente per un antipastino sfizioso.
RUSTIC LAMB AND COCONUT CURRY
A fuss free north-Indian inspired curry with succulent lamb pieces and a creamy coconut and spice sauce makes your weeknight smell like an Indian restaurant.
Ingredients
- 500g lamb pieces
- 1 large potato, peeled and diced
- 1/2 teaspoon ground turmeric
- 1 teaspoon salt
- 2 large red onions
- 10 cloves of garlic
- 1 inch piece of ginger
- handful of coriander leaves
- 1 small red chili
- 1 tablespoon ghee/butter
- 1/2 cinnamon stick
- 2 bay leaves
- 1 teaspoon fennel seeds
- 1 tablespoon ground cumin
- 1 teaspoon garam masala
- 1 (400g) can crushed tomatoes
- 1/2 cup coconut milk
method
Place lamb pieces and potato in a large bowl. Add turmeric and salt. Mix well. Cover and rest in the fridge for 30 minutes.
Place onion, garlic, ginger, coriander leaves and chilli in the jug of a blender with 1 cup of water. Process until smooth. Set aside.
In a large heavy bottomed saucepan or cast iron casserole, heat ghee on high. Add cinnamon, bay leaf, coriander seeds, fennel seeds and black cardamom. Saute for a few seconds. Add the marinated meat and potatoes. Saute for a few minutes, tossing occasionally until meat is sealed on the outside and starting to brown. Add the onion mixture and reduce heat to medium.
Add cumin, garam masala and tomatoes. Season with salt to taste. Cover and simmer on medium for 40 minutes. Reduce heat to low. Add coconut milk. Cover and simmer for a further 15 minutes. Serve hot with steamed rice.